Guido Negri

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Guido Negri
Guido Negri negli ultimi anni
 
NascitaEste, 25 agosto 1888
MorteMonte Colombara, Altopiano di Asiago, 27 giugno 1916

Guido Negri (Este, 25 agosto 1888Monte Colombara, Altopiano di Asiago, 27 giugno 1916) è stato un militare italiano. È stato servo di Dio e capitano dell'esercito italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e adolescenza[modifica | modifica wikitesto]

Nacque il 25 agosto del 1888 a Este, in provincia di Padova, cittadina ai piedi dei Colli Euganei. Era il dodicesimo ed ultimo figlio di Evangelista Negri e Ludovica Belluco.[1] A soli quattro anni Guido perse il padre, che gestiva la farmacia di sua proprietà nella piazza principale della città.[2] La madre, una volta rimasta vedova, era troppo occupata a gestire la farmacia e non era propensa ad istruire i propri figli sui precetti della cristianità, anche perché alla fine dell'800 molte famiglie anticlericali boicottavano i negozi simpatizzanti verso i cattolici.[3] Negli anni dell'adolescenza, Guido frequentò assiduamente il Patronato Santissimo Redentore,[4] studiò al Regio Ginnasio di Este dal 1899 al 1904, ricevendo pubblici elogi dal preside[5] e nel 1904 iniziò a far parte della Gioventù Cattolica Italiana, iscrivendosi al "Circolo San Prosdocimo", evidenziando fervore cristiano e fermezza nell'opera apostolica.[6] Le sue idee si concretizzarono nella difesa pubblica del Papa[7] e nella raccolta a favore dell'Obolo di San Pietro[8]con l'impegno costante della Comunione e dell'Adorazione Eucaristica.

Casa natale di Guido Negri

Gioventù[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1907 ottenne la licenza ginnasiale e a seguire conseguì a Verona, da privatista, la maturità classica. A completamento degli studi, si iscrisse alla facoltà di Lettere all'Università di Padova.[9] Orfano di padre e parte di una famiglia numerosa, per aiutare economicamente la madre si arruolò volontariamente per il servizio militare a Padova e seguì il corso per ufficiali,[10] ottenendo l'anno dopo il suo primo incarico da sottotenente di fanteria a Firenze.[11] Nel frattempo frequentò vari corsi all'università fiorentina nei pochi ritagli di tempo, ritardando notevolmente gli studi.

Dal 1911 al 1913 rivestì il ruolo di Presidente degli Universitari Cattolici Patavini; in seguito al suo rientro all'Università di Padova, dopo il congedo dal servizio militare.[12] Contemporaneamente proseguì l'apostolato laicale a Este nel suo Circolo San Prosdocimo.

Nel 1909 divenne Terziario domenicano presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Este con il nome di fra Tommaso d'Aquino, diventando maestro dei novizi[13] e nel 1913 fu invitato come relatore al Congresso Nazionale dei Terziari Domenicani a Firenze. [14] Il suo cammino laico fu accompagnato dall'opera magistrale come guida spirituale del cappuccino San Leopoldo Mandic da Castelnuovo, penitenziere a Padova; opera testimoniata da due lettere del santo indirizzate al giovane.[15]

Lapide sulla facciata della casa natale

Nel mese di febbraio del 1911 venne richiamato alle armi per la guerra italo-turca e si trasferì a Treviso per prepararsi agli esami militari di idoneità al grado superiore.[16] Ottenne il congedo nel 1914 e, pur non avendo ancora completato gli studi universitari, accettò l'incarico di insegnante,[17] alle scuole dell'Istituto dei Padri Canavis di Possagno, in provincia di Treviso, per sollevare anche le necessità economiche della famiglia.[18] Questo periodo lavorativo gli permise anche di applicarsi maggiormente agli studi universitari.[19] Sempre nel 1914 il Circolo San Prosdocimo venne sospeso dall'Autorità Ecclesiastica perché non si atteneva completamente ai dettami dell'autorità stessa e perché sospettato di libertà politiche non consone.[20][21]

Lasciando Este per Possagno, Guido concludeva anche uno dei servizi a lui più cari: il soccorso ai poveri presso la Conferenza di San Vincenzo del Duomo di Este.[22]

Relazione sentimentale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1904, a sedici anni, Guido conobbe l'amore ed era "amore vero" come scriveva nelle lettere indirizzate alla sua amata Santina Cortelazzo, di quindici anni, figlia di un commerciante della stessa Este.[23] Purtroppo, sia il padre di Santina che la madre di Guido si opponevano a questa relazione.[24] Questi impedimenti portarono nel 1914 alla conclusione di questa relazione, fatta di brevi incontri e prevalentemente epistolare, con grande sofferenza di entrambi i giovani.[25] In quegli anni il "Servo di Dio" prendeva forma con la sua scelta di apostolato laico[26] e uno stile di vita più idoneo alla sua personalità che significava vivere nel mondo in maniera autenticamente cristiana, [27] senza la necessità di diventare sacerdoti, facendo voto di castità prima annuale e poi quinquennale.[28]

Tomba di Guido Negri nel Duomo di Este

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1915, vicinissimo alla tanto sospirata laurea, venne nuovamente richiamato alle armi e inviato nel Cadore.[29] Dal settembre del 1915 al marzo del 1916, durante le manovre militari, venne ripetutamente ricoverato in un ospedale miliare duramente provato dalle sofferenze e sacrifici del fronte.[30]

Finalmente, il 14 marzo 1916 arrivò la Laurea in Lettere, dopo un percorso rallentato da fatti inaspettati.[31] Oltre a questa gioia, ce ne fu un'altra: Luigi Pellizzo, il vescovo di Padova, ripristinava il Circolo di San Prosdocimo, anche se ormai i suoi rientri a Este erano saltuari.

Quindici giorni dopo la laurea, conseguito il grado di capitano, assunse il comando della 5^ Compagnia del 228° reggimento fanteria della Brigata Rovigo.[32] In quel periodo la Brigata Rovigo era composta in gran parte da ragazzi nati nel 1896, otto anni meno di lui e Guido, come capitano, ebbe modo di diffondere e dimostrare con la sua condotta e la sua fede indissolubile il Vangelo a tutti coloro che lo circondavano, superiori, commilitoni e subalterni.[33]

Il 4 giugno 1916 partì per il fronte sull'Altopiano di Asiago.[34] I quattro giorni che seguirono furono di cruenta battaglia, nello sforzo di obbedire al comando di conquistare la postazione austriaca alle pendici del Monte Colombara.

Il 27 giugno 1916, a soli ventotto anni, ore 18,30, al calar della sera, perse la vita, colpito a morte da una pallottola nemica.[35] Fu chiamato "Il capitano santo"[36] come più volte ripeteva, con "...l'anima al Cielo, il cuore a Roma...".[37] Prima dell'inizio della fatidica battaglia, nel suo diario spirituale scrisse: "A Te, Divina Vittima del Getsemani: è l'ora ... Tutto è compiuto! Oh! Andiamo! Andiamo, o Gesù!" [38]

Spiritualità di Guido Negri, il "capitano santo"[modifica | modifica wikitesto]

Non vivere da santo è vivere da folle [39]

Carattere esuberante, ricco di interiorità, intelligenza acuta, concreto nell'azione, fece della sua vita una testimonianza laica del Vangelo, innamorato del Crocifisso,[40] dell'Eucaristia,[41] della Madonna[42] e del Papa.[43] Il suo stile di vita consisteva in una lucida laicità che lo impegnò nel quotidiano,([44]P19)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pietro Brazzale, Profilo umano e spirituale di Guido Negri, Padova, 2000, p. 13.
  2. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 41.
  3. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, Editrice AVE, 1985, p. 86.
  4. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, Editrice AVE, p. 86.
  5. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, Editrice AVE, pp. 45-46.
  6. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, Editrice AVE, pp. 87-88.
  7. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p.22.
  8. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 110.
  9. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 56.
  10. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 56.
  11. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 57.
  12. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 102.
  13. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, pp. 75-77.
  14. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 78.
  15. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, pp. 120-122.
  16. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 105.
  17. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 301.
  18. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 178.
  19. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 180.
  20. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, pp. 166-168.
  21. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, pp. 172-174.
  22. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 30.
  23. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, pp 60-63.
  24. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 60.
  25. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 70.
  26. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 70.
  27. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 124.
  28. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 70.
  29. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 194.
  30. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 214.
  31. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 49.
  32. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 229.
  33. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 28.
  34. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 40.
  35. ^ Lorenzo Da Fara, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985, p. 233.
  36. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, pp. 53-57.
  37. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 78.
  38. ^ Guido Negri, Itinerario della Croce, p. 349.
  39. ^ Guido Negri, Itinerario della Croce, p. 340.
  40. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 70.
  41. ^ Giuseppe Ghibaudo, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1932, p. 82.
  42. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 69.
  43. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, pp. 179-180.
  44. ^ P.T. Piccari (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972, p. 19.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brazzale Pietro, Profilo umano e spirituale di Guido Negri, Padova, 2000
  • Da Fara Lorenzo, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1985
  • Daniele Ireneo, Guido Negri (1888-1916). Una sfida al secoletto vil che ... paganeggia, Padova, Antoniana spa, 1975
  • Ghibaudo Giuseppe, Guido Negri, Roma, AVE Editrice, 1932
  • Negri Guido, Itinerario della Croce, (manoscritto utilizzato da P.T. Piccari)
  • Piccari P.T. (a cura di), Pagine scelte degli scritti di Guido Negri, Edizioni T.O.D., 1972

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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